29 Marzo 2022
Mammografia: per metà delle donne almeno un falso allarme in dieci anni
Almeno una volta in dieci anni, più della metà delle donne che periodicamente si sottopone a screening per il tumore al seno, rischia di imbattersi in un falso positivo. Il dato è emerso nel corso dello studio americano coordinato dalla University of California Davis School of Medicine e pubblicato su Jama Network Open. Tuttavia il rischio diminuisce del 35% se il controllo diventa biennale, come previsto dalle linee guida italiane. “I falsi positivi sono comuni”, spiegano i ricercatori; “il 12% delle pazienti che si sottopongono a una mammografia di screening viene richiamata per un ulteriore controllo. Di queste, solo il 4,4%, cioè lo 0,53% di tutte quelle che si sono sottoposte allo screening, riceve effettivamente una diagnosi di cancro”. La ricerca è stata condotta su 3 milioni di mammografie effettuate tra il 2005 e il 2018 su oltre 900mila donne di età compresa tra i 40 e i 70 anni. Inoltre è stato notato come lo screening effettuato con la cosiddetta ‘mammografia 3D’, riduce di poco la possibilità ottenere un risultato falso positivo rispetto alla mammografia digitale 2D standard (49,6% vs 56,3%). In aggiunta non solo il lasso di tempo che intercorre tra una mammografia e l’altra può incidere sul rischio di falsi positivi, ma anche la densità del seno e l’età. In particolare le probabilità di richiamo con falsi positivi per lo screening annuale tra le donne con seno estremamente denso nella fascia di età 40-49 anni era del 65-67% (51-46% con screening biennale), nella fascia 50-59 anni del 60-59% (42-37% con screening biennale), per la fascia di età 60-69 anni era del 49-50% (35-29% con screening biennale), mentre tra i 70 e i 79 anni scendeva al 35-40% (29-23% con screening biennale).
back