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29 Agosto 2023

Studio: immagini di cibo innescano astinenza in obesi

29 agosto 2023 – Nelle persone obese l’eccessivo desiderio per il cibo ‘accende’ particolari circuiti cerebrali, innescando vere e proprie crisi di astinenza. A individuare e descrivere questo meccanismo è uno studio italiano condotto da ricercatori delle università milanesi Bicocca, Statale e gli Irccs MultiMedica e Galeazzi-Sant’Ambrogio, ora online sulla rivista ‘The Obesity Society’, e sul numero cartaceo di ‘Obesity’ in uscita a settembre. I risultati ottenuti aprono la strada a nuovi interventi per il trattamento dell’obesità, in particolare per l’utilizzo di tecniche di neuromodulazione cerebrale non invasiva.

Alla base del fenomeno – spiega una nota dell’Università Milano Bicocca – un rinforzo delle connessioni tra aree ‘del desiderio’ con specifiche aree visive e una minore connessione con le regioni di controllo frontali. Per la prima volta è stato dimostrato che nelle persone obese l’area tegmentale ventrale del cervello (Vta), cruciale per i comportamenti motivati, presenta una connettività aumentata con altre regioni cerebrali nei soggetti obesi. Le strutture coinvolte riguardano la motivazione e l’apprezzamento della ricompensa, legati alle proprietà gratificanti del cibo. L’obesità è quindi accompagnata da un’alterazione funzionale del cervello anche quando non è coinvolto in specifici processi cognitivi o sensoriali, ovvero ‘a riposo’. La Vta da un lato è iperconnessa con parte della corteccia occipito-temporale ventrale, deputata all’elaborazione visiva delle immagini del cibo: questa connessione più stretta riflette un’associazione più forte tra stimolo (la vista del cibo) e ricompensa (il consumo di cibo); dall’altro lato è ipoconnessa con il lobo frontale: questa connessione più debole spiegherebbe un controllo cognitivo alterato sul desiderio per il cibo e del comportamento verso gli alimenti ad alto contenuto calorico. Secondo i ricercatori, le vie anatomiche funzionali analizzate sono coinvolte nel desiderio di cibo. I dati raccolti suggeriscono che gli stimoli visivi legati al cibo possono diventare eccessivamente salienti attraverso una connettività sbilanciata del sistema di ricompensa con le regioni visive sensoriali specifiche e la corteccia prefrontale coinvolta nel controllo cognitivo.

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