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8 Luglio 2021

Cancro del seno, da oggi rimborsati i test genomici su tutto il territorio

8 luglio 2021 – “Siamo soddisfatti per la decisione del Ministero della Salute di sbloccare il fondo per l’acquisto dei test genomici per il tumore mammario. Finalmente le pazienti, assistite nelle strutture sanitarie del nostro Paese, potranno accedere gratuitamente a esami fondamentali per la personalizzazione delle cure oncologiche”. E’ quanto dichiara il prof. Francesco Cognetti (Presidente Fondazione Insieme contro il Cancro e Direttore Oncologia Medica Regina Elena di Roma) in seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo che consente la rimborsabilità, su tutto il territorio nazionale, dei test genomici, perché sblocca il Fondo di 20 milioni di euro istituito lo scorso dicembre con la legge di Bilancio. “Da oggi cambia la lotta al tumore più diffuso e frequente nel nostro Paese – prosegue Cognetti -. Come Fondazione Insieme Contro il Cancro siamo stati i primi a batterci affinché tutte le pazienti avessero a disposizione test che hanno dimostrato un ruolo decisivo nel supportare gli oncologi nella scelta della terapia migliore. L’esperienza, maturata in numerosi studi clinici su decine di migliaia di pazienti, evidenzia che i test genomici aiutano a definire la terapia più appropriata e consentono a molte donne di evitare la chemioterapia in aggiunta alla terapia ormonale dopo l’intervento chirurgico. Il valore clinico dei test genomici è stato confermato anche da sperimentazioni condotte in Italia. La firma del decreto attuativo permette al nostro Paese di allinearsi alle pratiche adottate da almeno un decennio in altri Paesi europei, come Germania, Regno Unito, Spagna e Grecia, e alle indicazioni contenute nelle più importanti linee guida delle società scientifiche. Vanno inoltre considerati i risparmi, visto che questo esame costa circa 2mila euro e un ciclo di chemioterapia va dai 7 agli 8 mila euro. Senza dimenticare i costi indiretti, legati alla mancata produttività conseguente a trattamenti debilitanti, e l’infertilità indotta dalla chemioterapia nelle donne più giovani”. “E’ stata una battaglia di civiltà e una vittoria ottenuta da tutti i protagonisti della vicenda: clinici, associazioni di pazienti, politici, in favore di tante donne in Italia che vedono finalmente riconosciuto il loro preciso diritto di guarire di cancro e avere al tempo stesso la migliore qualità di vita possibile – conclude il prof. Cognetti -. Ringraziamo quindi i rappresentanti delle istituzioni per il provvedimento preso, primo di tutti l’on. Vito De Filippo e tutti i membri della Commissione Affari della Camera nonché il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Si sono infatti spesi con particolare dedizione per l’attuazione del provvedimento e hanno ascoltato le nostre sollecitazioni”.

Della stessa opinione anche l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Queste analisi, raccomandate dalle più importanti linee guida internazionali e utilizzate nei principali Paesi europei, sono gratuite solo in Lombardia, Toscana e nella Provincia Autonoma di Bolzano, che ne hanno approvato la rimborsabilità con norme regionali – afferma Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM e Responsabile Oncologia Medica Humanitas Gavazzeni di Bergamo -. Subito dopo l’istituzione del Fondo, AIOM ha chiesto l’immediata approvazione del decreto attuativo per sanare queste disparità territoriali e ha promosso un tour virtuale in otto Regioni proprio per sensibilizzare gli oncologi sul ruolo dei test genomici nel carcinoma della mammella. Ringraziamo il Ministro Speranza per aver accolto i nostri appelli per velocizzare l’iter che ha portato alla firma del decreto attuativo. Questo importante risultato è il frutto del gioco di squadra e della fondamentale collaborazione con le associazioni di pazienti”. “Le nuove diagnosi di tumore del seno, in Italia, sono aumentate del 14% in 5 anni, da 47.900 nel 2015 a quasi 55mila nel 2020 – spiega Saverio Cinieri, Presidente eletto AIOM e Direttore Oncologia Medica e Breast Unit dell’Ospedale ‘Perrino’ di Brindisi -. A fronte di questi numeri, assistiamo a importanti progressi nei trattamenti, testimoniati ad esempio dal calo della mortalità, pari a -6% nel 2020 rispetto al 2015. E oggi più di 834mila donne vivono dopo la diagnosi, con una sopravvivenza a 5 anni che raggiunge l’87%. Va però considerato che la recidiva del tumore al seno può verificarsi fino ad oltre un ventennio dalla diagnosi iniziale, soprattutto nelle donne con carcinoma positivo ai recettori ormonali. Il trattamento chemioterapico adiuvante, eseguito cioè dopo la chirurgia, riduce il rischio di recidiva, e la decisione circa l’opportunità o meno di effettuarlo è tradizionalmente basata sulle caratteristiche della paziente e del tumore”. “Mentre per i carcinomi mammari che esprimono la proteina HER2 e in quelli triplo-negativi, che non presentano nessuno dei recettori (estrogeni, progesterone, HER2) utilizzati come bersaglio nelle terapie disponibili – conclude Saverio Cinieri -, la chemioterapia adiuvante è spesso indispensabile e il beneficio è evidente, nei tumori che esprimono i recettori estrogenici ma non la proteina HER2 (ER+/HER2-), invece, il vantaggio dell’aggiunta della chemioterapia adiuvante alla terapia ormonale è in alcuni casi controverso. I test genomici sono uno strumento importante per il clinico nella scelta del trattamento per le donne che, in base alle caratteristiche anatomopatologiche e cliniche, sono in una sorta di ‘zona grigia’, in cui non si può includere o escludere con certezza la chemioterapia rispetto alla sola terapia ormonale. Non somministrare chemioterapie inutili, oltre a ridurre le ansie delle pazienti e le disparità di trattamento, ci porterà ad eliminare un carico di sofferenze e disagio per migliaia di donne. La firma del decreto attuativo permette di cambiare la cura del tumore del seno nel nostro Paese”.

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