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ByFabrizio

Tumori: al via l’edizione 2023 della campagna APEO “Quality of life”. Ottobre mese del diritto dei pazienti oncologici alla qualità di vita

29, settembre 2023 – Ritorna anche quest’anno l’iniziativa “Quality of Life 2023: Mese del Diritto dei Pazienti Oncologici alla Qualità di Vita” promossa dall’Associazione Professionale di Estetica Oncologica (APEO). Durante tutto il mese di ottobre le specialiste dell’Associazione offriranno consulenze e trattamenti gratuiti in vari centri estetici, strutture di cura e farmacie. Oltre a trattamenti specifici, consiglieranno ai pazienti e ai caregiver, come prendersi adeguatamente cura di pelle e unghie. Queste, infatti, spesso subiscono danni rilevanti causati dagli effetti collaterali dei trattamenti anti-tumorali. L’obiettivo dell’iniziativa è garantire ad ogni paziente in terapia oncologica il diritto di un migliore qualità di vita. “Vogliamo rivolgerci agli oltre 600mila uomini e donne che nel nostro Paese stanno ricevendo cure anti-cancro, o che le hanno da poco terminate – sottolinea Valter Andreazza, Segretario Generale APEO -. Ci dedichiamo a promuovere la consapevolezza e a sostenere attivamente coloro che affrontano un difficile percorso di vita. Le estetiste APEO sono figure professionali specializzate in grado di valutare le tossicità cutanee da terapia e conseguentemente possono applicare protocolli estetici mirati”. Durante quest’ultimo anno sono state siglate delle partnership con Fondazioni, Associazioni dei pazienti ed ospedali di rilievo su tutto il territorio nazionale. Tra gli altri hanno aderito il Policlinico di Bari, il Sant’Orsola Malipighi di Bologna, l’Ospedale Poma di Mantova e l’Ospedale Policlinico di Roma. “Siamo fieri di aver attivato importantissime collaborazioni – prosegue Andreazza -. Sono tutte strutture sanitarie ed organizzazioni che condividono la nostra missione, ovvero migliorare la qualità di vita di chi sta curando la malattia”. “Quelle a pelle e unghie sono tra gli effetti collaterali più comuni – aggiunge Carolina Redaelli, Presidente e co-fondatrice di APEO -. Colpiscono infatti il lato esteriore ed estetico di una persona che già sta soffrendo per una malattia insidiosa e molte volte fatale. Preservare l’aspetto esteriore e di conseguenza psicologico di un malato oncologico deve essere considerato un dovere dall’intero sistema sanitario nazionale”.

APEO parteciperà ad alcuni eventi dedicati alla sensibilizzazione e al supporto nella lotta contro il cancro. Il 7 e 8 ottobre, sosterrà la Fondazione Umberto Veronesi partecipando alla decima edizione della PittaRosso Pink Parade a Milano e sarà presente presso lo spazio Federfarma. “Siamo estremamente orgogliosi di continuare il nostro prezioso partenariato con Federfarma Lombardia – sottolinea Loretta Pizio, co-fondatrice di APEO -. Le farmacie di Federfarma aderenti nei territori di Milano e Monza-Brianza offriranno, attraverso le nostre Specialiste APEO, consulenze e trattamenti gratuiti. Questa collaborazione è un esempio straordinario di come la comunità possa unirsi per garantire il benessere di queste persone in un delicato momento della loro vita. Da quest’anno al progetto aderisce anche la Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane”. Infine APEO sarà partner ufficiale al 39° Congresso Internazionale Les Nouvelles Esthetiques che si terrà a Bergamo il 15 e 16 ottobre.

APEO, fondata nel 2014, vanta ad oggi un network d’eccellenza composto da circa 300 professionisti. Tra le sue attività vi sono anche corsi di formazione specifica e di ricerca scientifica. Sarà infatti avviato nei prossimi mesi presso il Servizio di Medicina Complementare dell’Ospedale di Merano un nuovo studio clinico pilota. Verrà svolto in collaborazione con APEO e Krebshilfe (Assistenza Tumori Alto Adige). “Vogliamo capire quanto i protocolli estetici APEO possano ridurre i sintomi cutanei percepiti e il distress psicologico – conclude Redaelli -. Andremo a misurare i benefici positivi che possono determinare trattamenti certificati e appositamente realizzati per le esigenze di un paziente oncologico. Diverse estetiste APEO già da tempo, oltre a operare nel loro centro, hanno avviato collaborazioni con strutture sanitarie, ambulatori medici e farmacie. Siamo convinti che anche loro possano dare un contributo alla lotta al cancro nell’ottica un approccio multidisciplinare al benessere di persone afflitte da neoplasia. Tutto ciò deve avvenire tenendo conto dell’ovvia separazione fra le rispettive attività e competenze e nel quadro di una virtuosa collaborazione fra professioni sanitari e del benessere”.

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No a zuccheri semplici contro l’aumento peso della mezza età

28 settembre 2023 – Sostituire amidi e zuccheri semplici (carboidrati raffinati come quelli delle bevande zuccherate) con cereali integrali e frutta potrebbe ridurre l’aumento di peso tipico della mezza età; al contrario, il consumo di carboidrati provenienti da cereali raffinati, verdure amidacee come le patate, cibi industriali come bibite e merendine è associato a un maggiore aumento di peso durante la mezza età. Lo rivela un ampio studio statunitense pubblicato oggi sul British Medical Journal – The BMJ, condotto da Walter Willett, della Harvard TH Chan School of Public Health, di Boston.

Il ruolo degli zuccheri nell’aumento di peso e nell’obesità rimane controverso, e pochi studi hanno valutato il legame tra variazioni nel consumo di carboidrati nel tempo e le variazioni a lungo termine del peso corporeo. Il team di ricercatori ha esaminato questi aspetti per un periodo totale di follow-up di 24 anni, sui dati relativi a 136.432 uomini e donne di età under-65 anni. I partecipanti hanno completato questionari su caratteristiche personali, storia medica, stile di vita e altri fattori correlati alla salute all’inizio dello studio, e poi ogni 2-4 anni. I risultati mostrano che, in media, i partecipanti hanno preso 1,5 kg ogni quattro anni, per un totale medio di 8,8 kg in 24 anni. È emerso ad esempio che un aumento di 100 grammi al giorno di amido o zucchero aggiunto è legato a un aumento di peso di 1,5 kg e 0,9 kg in quattro anni, rispettivamente, mentre un aumento di 10 grammi al giorno di fibra è stato associato a una diminuzione di peso di 0,8 kg. Positivi i risultati del mangiar bene: aumentare il consumo di carboidrati da cereali integrali porta a 0,4 kg in meno di aumento di peso per ogni aumento di 100 grammi al giorno; con il consumo di frutta si hanno 1,6 kg in meno di aumento di peso per ogni aumento di 100 g/giorno e per le verdure non amidacee come broccoli, carote e spinaci 3 kg in meno di aumento di peso per ogni aumento di 100 g/giorno. Al contrario, aumentare il consumo di carboidrati da cereali raffinati porta a 0,8 kg in più di aumento di peso per ogni 100 grammi al giorno e quello di verdure amidacee come piselli, mais e patate a 2,6 kg in più di aumento di peso per ogni aumento di 100 g/giorno. Secondo i ricercatori che i loro risultati “evidenziano l’importanza potenziale della qualità e dell’origine dei carboidrati per la gestione a lungo termine del peso, specialmente per le persone con peso corporeo eccessivo”.

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Tumori: l’attività fisica aiuta ad aumentare l’aspettativa di vita

27, settembre 2023 – Non è una cura e non tutti i pazienti possono svolgerla con la stessa intensità, tuttavia l’attività fisica può aiutare ad aumentare le probabilità di sopravvivenza delle persone affette da tumore. È quanto sostiene uno studio coordinato da ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York e pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, che ha mostrato che, in un arco temporale di oltre 15 anni, chi svolge la quantità di attività fisica raccomandata ha il 25% di probabilità in più di sopravvivere. La ricerca ha coinvolto 11.480 pazienti con cancro, seguiti per circa 16 anni. In questo lasso di tempo, i ricercatori hanno contato 4.665 decessi: 1.940 dovuti al cancro e 2.725 ad altre cause. A parità di altre condizioni, il rischio di morire era più basso in chi svolgeva la quantità di attività fisica raccomandata dalle linee guida americane, vale a dire 30 minuti al giorno di attività moderata per 4 giorni a settimana o 20 minuti di esercizi ad alta intensità per 2 giorni. In particolare, rispetto alle persone sedentarie, quelle più attive avevano un rischio del 21% più basso di morire per cancro e del 28% per altre malattie. “L’esercizio fisico è una medicina e questi risultati lo supportano”, si legge in un editoriale pubblicato a corredo dello studio a firma di Stacey A. Kenfield e June M. Chan dell’University of California, San Francisco. Tuttavia, solo il 38% dei pazienti arruolati nello studio era fisicamente attivo; queste persone, in media, svolgevano ogni settimana 44 minuti di attività a intensità moderata o 19 ad alta intensità. “Questo rafforza la necessità di educare il paziente fin dal momento della diagnosi e di indirizzarlo al supporto [di uno specialista] per aumentare i livelli di esercizio”, aggiungono le due ricercatrici.

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Tumori: benessere sessuale a rischio per oltre 6 donne su 10

26, settembre 2023 – Il benessere sessuale è ancora oggi un argomento tabù in oncologia. Per pudore, i pazienti spesso non ne parlano, eppure l’impatto che un tumore e le terapie hanno sulla sfera intima può essere molto pesante, compromettendo la qualità di vita. Un problema sentito soprattutto dalle donne: oltre 6 su 10, dopo una neoplasia, vanno incontro a qualche forma di “disfunzione sessuale”. In più, mancano linee guida che indirizzino i clinici nella gestione della tossicità legata alle cure. Per affrontare il tema, a pochi giorni dal World Gynecologic Oncology Day, il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao), Fondazione Irccs Policlinico San Matteoe gli Istituti Clinici Scientifici Maugeri Irccs hanno organizzato il 25 settembre l’incontro “Cancro e benessere sessuale”. L’obiettivo è fornire a tutti i professionisti sanitari coinvolti nel percorso di diagnosi, cura e follow up e alle pazienti strumenti idonei a identificare e fronteggiare con successo le possibili problematiche sessuali indotte dai trattamenti oncologici.

“A seguito delle terapie oncologiche, la paziente si trova a relazionarsi con l’immagine di un corpo che visivamente cambia: cicatrici chirurgiche, variazioni di peso, perdita dei capelli, eritemi da radioterapia – spiega Amelia Barcellini, radioterapista oncologo del Cnao -. Esistono, però, anche altri effetti collaterali non visibili: menopausa precoce, infertilità, osteoporosi e ancora sindrome genito-urinaria, alterazione dell’elasticità vaginale, queste ultime condizionanti pesantemente la vita sessuale. Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sulla psiche della paziente, sulla vita di coppia e di relazione, spesso alterandone gli equilibri. Pur essendoci strumenti che ci consentono di contrastare alcuni di questi sintomi, oggi la salute sessuale, soprattutto quella femminile, è ancora trascurata in ambito oncologico. Lo scopo del convegno è quello di offrire al personale sanitario gli strumenti idonei a riconoscere e gestire la tossicità sessuale e a superare l’imbarazzo di parlarne con le pazienti. Inoltre, nel pomeriggio sensibilizzeremo le pazienti e i partner sull’importanza di parlarne apertamente con il proprio medico o con il proprio psicologo”. Dopo la sessione scientifica, associazioni di volontariato e pazienti si sono confrontati in alcune tavole rotonde sul diritto al benessere psico-fisico durante e dopo una diagnosi di cancro, condividendo esperienze e idee per una presa in carico globale della donna con tumore. E’ stato inoltre possibile accedere gratuitamente a sedute di riabilitazione del pavimento pelvico e a colloqui psico-oncologici.
“Occorre abbattere il muro del silenzio. La gestione del problema attraverso team interdisciplinari dedicati è la chiave per trovare soluzioni personalizzate per la singola paziente – osserva Chiara Cassani, ginecologo oncologo dell’Irccs Policlinico San Matteo -. Ad esempio, oggi è quasi sempre possibile preservare la fertilità prima dell’inizio dei trattamenti, somministrare farmaci che proteggano le ovaie dagli effetti negativi della chemioterapia, offrire percorsi di riabilitazione prima e dopo i trattamenti chirurgici e radianti, utilizzare terapie locali o sistemiche per contrastare i sintomi legati all’atrofia vaginale e alla menopausa e sostenere le pazienti con l’aiuto di psicologi specializzati e terapisti sessuali. Non tutto però è sempre facilmente accessibile o previsto dai Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) ed è fondamentale che la ricerca scientifica lavori per cercare soluzioni sempre più efficaci”.

ByFabrizio

Tumori: al prof. Santoro il premio per le ricerche contro il cancro

Prestigioso riconoscimento per il Prof. Armando Santoro, Direttore dell’Humanitas Cancer Center all’Istituto Clinico Humanitas IRCCS di Rozzano e messinese di nascita. Al Prof. Santoro è stata assegnata ieri sera la Targa Ricordo durante la cerimonia di apertura del ‘1st Messina Mečnikov Memorial Meeting’ al Museo Regionale Interdisciplinare di Messina.

Il Premio è stato consegnato dal prof. Salvatore Cuzzocrea, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi del capoluogo siciliano e Presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane).

“E’ motivo di grande orgoglio – ha dichiarato il Rettore prof. Cuzzocrea – per me consegnare, a nome della Comunità Accademica che rappresento, un riconoscimento ad un figlio del nostro territorio che ha saputo portare nel mondo il valore della ricerca. Credo che il Prof. Santoro rappresenti un grande esempio per tutti i nostri studenti, i nostri dottorandi e tutti coloro che quotidianamente mettono la ricerca al servizio degli altri per salvare vite umane. Questo riconoscimento è la dimostrazione più alta che l’impegno, la passione, la professionalità possono trasformarsi in successi straordinari”. 

“La statura internazionale del Prof. Santoro è evidenziata dall’impatto delle sue ricerche, che hanno contribuito a modificare la pratica clinica quotidiana in diversi tipi di tumore, migliorando non solo la sopravvivenza ma anche la qualità di vita dei pazienti – ha spiegato Nicola Silvestris, Ordinario di Oncologia Medica all’Università di Messina e membro del Direttivo nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. Il Prof. Santoro è autore di oltre 500 pubblicazioni in oncoematologia e ha dedicato tutta la sua carriera esclusivamente all’attività clinica per la cura dei pazienti e alla ricerca”.

Il Prof. Santoro è responsabile di alcune centinaia fra progetti di ricerca e sperimentazioni cliniche. “La medicina necessita di motivazione, curiosità e visione, per guardare a grandi obiettivi – ha affermato il Prof. Santoro -. Servono anche pazienza, determinazione e umanità. E sono indispensabili i grandi maestri. Ringrazio per questo importante Premio l’Università di Messina, il Magnifico Rettore prof. Cuzzocrea e tutti i colleghi e le persone con i quali ho lavorato in questi anni e con cui ho condiviso speranze, impegni e risultati. In Italia vivono 3,6 milioni di cittadini dopo la diagnosi di cancro, un paziente su quattro ha la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può essere considerato guarito. Si tratta di un risultato molto importante. Le ‘nuove parole’ del cancro sono proprio guarigione, oblio oncologico, qualità di vita, diritti e riabilitazione. La strada verso la cronicizzazione è stata aperta dai tumori del sangue e, oggi, è una realtà anche in diverse neoplasie solide. Grazie alla ricerca, oggi i clinici hanno a disposizione molti strumenti innovativi per contrastare il cancro, dalle terapie mirate all’immunoncologia, fino alle terapie cellulari che rappresentano la frontiera più avanzata della ricerca”.

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Tumori: la malnutrizione del paziente raddoppia il rischio di mortalità

21, settembre 2023 – La malnutrizione peggiora la prognosi dei pazienti oncologici senza metastasi. Il tasso di mortalità riscontrato nei malati di cancro malnutriti o a rischio di malnutrizione è del 65%, contro il 38% di quelli classificati ben nutriti. Lo stato di malnutrizione ha ridotto la sopravvivenza nei pazienti senza metastasi ma non in quelli con metastasi per i quali non si è dimostrata determinante. Questo il risultato di uno studio tutto italiano, ribattezzato Nutrionco e pubblicato sulla rivista Cancers. Il lavoro, coordinato dal Professor Maurizio Muscaritoli, presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (Sinuc), ha coinvolto diversi centri e università italiane, tra cui l’Università La Sapienza di Roma, l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e l’Ospedale Cardarelli di Napoli. “Nelle persone con cancro la malnutrizione è la faccia che compare su entrambi i lati della medaglia – spiega Muscaritoli – perché può peggiorare la malattia o essere causata dal cancro. La malattia, infatti, ha un metabolismo accelerato e per crescere ‘si nutre’ dell’organismo, sottraendogli proteine e carboidrati. I trattamenti a loro volta, possono determinare anoressia e ridotto introito calorico”. La cachessia è invece considerata una sindrome paraneoplastica, condizione in cui si assiste ad una grave perdita di massa muscolare, con o senza perdita di tessuto adiposo, infiammazione sistemica, astenia e affaticamento. “Una perdita di peso superiore al 5% in 6 mesi o un BMI inferiore a 20 con una perdita di peso superiore al 2% sono i criteri per porre una diagnosi di cachessia”, aggiunge lo specialista. Quindi, in un soggetto di 80 chilogrammi basta una perdita di peso involontaria di 4-5 chili e in una donna di 60 chilogrammi basta un calo di 3 per accendere una spia di attenzione. “Se il paziente non riesce a nutrirsi e perde massa magra si parla di ‘sarcopenia’ ossia la perdita involontaria di massa e performance muscolare, presente nel 20-70% dei pazienti oncologici”, aggiunge Muscaritoli. “Abbiamo riscontrato una probabilità di sopravvivenza globale più elevata nella popolazione generale dello studio ben nutrita rispetto ai pazienti malnutriti”, riferisce il presidente della Sinuc. “Di contro la malnutrizione riduce la probabilità di sopravvivenza nei pazienti con tumore non metastatico”, conclude.

ByFabrizio

Tumori: disfunzioni sessuali per 6 pazienti su 10

20 settembre 2023 – Il benessere sessuale è uno degli ultimi tabù a resistere in oncologia: se parla poco e con difficoltà, nonostante 6 donne su 10, dopo una neoplasia, vadano incontro a qualche forma di disfunzione sessuale. È uno dei dati sottolineati alla vigilia del World Gynecologic Oncology Day, di domani 20 settembre, dagli esperti del Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao), della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo e degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri Irccs di Pavia, che il prossimo il 25 settembre organizzeranno congiuntamente un incontro su “Cancro e benessere sessuale”. “A seguito delle terapie oncologiche, la paziente si trova a relazionarsi con l’immagine di un corpo che visivamente cambia: cicatrici chirurgiche, variazioni di peso, perdita dei capelli, eritemi da radioterapia”, spiega Amelia Barcellini, radioterapista oncologo del Cnao. “Esistono, però, anche altri effetti collaterali non visibili: menopausa precoce, infertilità, osteoporosi e ancora sindrome genito-urinaria, alterazione dell’elasticità vaginale”. Nonostante la sua rilevanza, la vita sessuale il più delle volte resta fuori dal percorso terapeutico. “La tossicità sessuale legata alle terapie oncologiche può avere un impatto deflagrante nella coppia per cui è importante incominciare a censire il fenomeno, a prevenirlo e ad occuparsene attivamente fin dall’inizio del percorso di cura”, precisa Laura Locati, professore associato di Oncologia Medica all’Università di Pavia e direttrice dell’Oncologia Medica degli Istituti Maugeri. Infatti, “le soluzioni esistono”, sottolinea Amalia Vetromile, fondatrice dell’associazioni di promozione sociale Mamanonmama e del movimento ‘Sex and the Cancer’. “Per questo abbiamo creato uno sportello di ascolto che offre un servizio gratuito di consulenza online in tutta Italia”.

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Tumore seno metastatico: solo un italiano su 10 si ritiene ben informato

Il tumore al seno metastatico interessa più di 52mila donne nel nostro Paese ma non è ancora conosciuto dai cittadini. Solo un italiano su 10 infatti si ritiene ben informato, mentre oltre la metà non ne sa quasi nulla. Ad avere meno consapevolezze sulla malattia sono gli over 54, gli uomini, e chi non ha mai vissuto esperienze in famiglia o tra i propri conoscenti. E persino chi ha avuto esperienza della patologia, nel 37% dei casi, dichiara di non saperne molto. Ancora più bassa risulta la conoscenza su familiarità e fattori predisponenti: appena il 20% degli italiani ha sentito parlare della mutazione genetica BRCA, fattore di rischio che aumenta la possibilità d’insorgenza della malattia.

Per questo Europa Donna Italia scende in campo in occasione dell’imminente Giornata Nazionale del Tumore al Seno Metastatico del prossimo 13 ottobre, con la nuova campagna pubblicitaria Una Volta Per tutte. Anche quest’anno sarà data visibilità all’informazione e alla sensibilizzazione, con l’obiettivo di supportare tutte le donne che convivono con la malattia. Protagoniste del video che fa parte della Campagna sono quattro pazienti, in quattro ambientazioni diverse. Si trovano al centro di un contesto affollato e vogliono farsi sentire. Chiedono percorsi specifici, studi clinici, nuove cure, benessere fisico e mentale, invalidità civile e si rivolgono a chiunque le possa ascoltare, in particolare a Istituzioni, Ministeri, Commissioni e Decisori regionali. Il video si chiude con il claim “per sentire basta l’udito, per ascoltare serve impegno”.

La campagna Una Volta Per tutte è declinata su vari mezzi per ricordare la scadenza della giornata mondiale del Tumore al Seno Metastatico. Saranno coinvolti tv, radio, cinema, stampa e affissioni con l’obiettivo di sensibilizzare il numero più alto di persone.

È fondamentale sensibilizzare la popolazione su questi temi, sia per illustrare la complessità del trattamento, che per evidenziare i grandi passi da gigante fatti dalla ricerca e dai progressi ottenuti grazie alle nuove terapie. Nel 2022, in Italia, sono state stimate 55.700 nuove diagnosi di cancro del seno, il 7% è metastatico all’esordio e circa il 20% sviluppa metastasi nei 5 anni successivi alla diagnosi – Le pazienti con malattia metastatica devono essere prese in carico da un team multidisciplinare, cioè dai centri di senologia, in grado di intercettare e soddisfare il loro bisogno di cura globale e duraturo”, spiega Saverio Cinieri, Presidente nazionale di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), tra i promotori della campagna:

È rassicurante che la ricerca si focalizzi sempre più su malattie un tempo considerate incurabili per garantire alle pazienti non solo un allungamento delle aspettative di vita, ma anche una migliore qualità. Questi traguardi ci fanno capire quanto sia importante ascoltarle e garantire loro i diritti di tutela necessari. Questo stadio della malattia è molto complesso, ma proseguire nell’ascolto, nella ricerca e nel supporto alle pazienti, è più che mai un dovere per tutti noi” aggiunge Luigi Cataliotti, Presidente di Senonetwork.

Dare voce alle richieste di queste donne è da sempre una mission di Europa Donna Italia- spiega la Presidente di Europa Donna Italia, Rosanna D’Antona– Quest’anno vogliamo puntare sull’ascolto delle richieste delle donne con TSM, attraverso delle immagini forti che spiegano come ad oggi i loro diritti e bisogni risultino ancora inascoltati. Porteremo di nuovo sul tavolo dei decisori le richieste del manifesto per accelerare un processo che deve essere avviato prima possibile e proseguiremo fino a quando queste non saranno ascoltate”.

Promossa da Europa Donna Italia insieme a A.N.D.O.S., aBRCAdabraOltre il Nastro Rosa, con il supporto di AIOM e Senonetwork APS, ha ricevuto il patrocinio del Ministero della Salute e di Pubblicità Progresso. È stata creata e prodotta da Coo’ee Italia, pianificata e distribuita da Havas Media Italia: tutti questi partner hanno supportato Europa Donna Italia pro bono. Sarà pianificata su RaiMediasetLa7 e Discovery che hanno concesso gratuitamente gli spazi, così come su carta stampata, coinvolgendo Cairo e Mediamond. La diffusione coinvolge anche il web, con spazi offerti da MediamondCairo e Manzoni, e la radio grazie a Advertising e Open Space. Completeranno la diffusione anche gli spazi OOH, concessi da Exomedia, Ipas, Pubbliroma, Apa, Mediamond, Streetvox, Urban Vision, Acone Associati in posizioni centrali di Milano e Roma e una programmazione dedicata nei cinema italiani.

ByFabrizio

ISS: solo 42% italiani si spostano a piedi o in bici, trend in calo

14, settembre 2023 – “Andare a scuola o al lavoro a piedi, in bici o utilizzando altre strategie di mobilità attiva può diminuire la mortalità e ridurre l’insorgenza di molte malattie croniche”. Eppure poco più di 4 italiani su 10 dai 18 ai 69 anni lo fanno, e “in molti casi con valori al di sotto della soglia che permetterebbe di ottenere i maggiori benefici” secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. Lo indicano i dati della Sorveglianza Passi del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) dell’Istituto superiore di sanità, diffusi dall’Iss in occasione della Settimana europea della mobilità che si celebra dal 16 al 23 settembre.

“Complessivamente – riferisce l’istituto – nel biennio 2021-2022 il 42% degli adulti intervistati pratica mobilità attiva e dichiara di aver usato la bicicletta e/o di essersi spostato a piedi per andare al lavoro, a scuola o per gli spostamenti quotidiani nel mese precedente l’intervista”. E il trend appare in calo, considerando che “dal 2017 al 2022 si registra una lieve diminuzione della quota di persone che si muove a piedi o in bici per gli spostamenti abituali e, in particolare, una riduzione più forte tra coloro che riescono a raggiungere i livelli di attività fisica raccomandati, specialmente al Sud”.

“Il 19% degli intervistati – dettaglia l’Iss – risulta fisicamente attivo con la sola pratica della mobilità attiva, perché grazie a questa raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati dall’Oms (almeno 150 minuti a settimana di attività moderata), e il 23% risulta parzialmente attivo per mobilità attiva praticata perché si sposta a piedi o in bicicletta, ma lo fa per meno di 150 minuti a settimana. La quota di persone che raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati dall’Oms attraverso la mobilità attiva è maggiore tra i 18-24enni, ma anche fra i 50-69enni, fra le persone con alto livello di istruzione, fra gli stranieri e fra i residenti nelle regioni settentrionali, rispetto al resto del Paese”.

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Al via “Aifa Incontra” per dialogare con aziende, malati e società

13 settembre 2023 – Un nuovo sistema regolamentato di dialogo “in trasparenza” tra l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e gli stakeholder, dalle aziende farmaceutiche alle associazioni di pazienti, che prevede un’agenda pubblica di incontri.

È l’iniziativa ‘Aifa Incontra’, presentata ieri dal presidente del Cda Giorgio Palù e dal sostituto del direttore generale Anna Rosa Marra. L’iniziativa punta ad attuare forme dirette di dialogo e ascolto, in trasparenza, con i soggetti portatori di interessi che ne presentino richiesta motivata: si tratta di associazioni di pazienti, rappresentanti della società civile, del mondo accademico, aziende farmaceutiche e ogni altro soggetto interessato, che potranno inviare una richiesta di partecipazione ad incontri, con cadenza mensile, su vari temi di interesse. Gli incontri sono disciplinati dal ‘Regolamento di istituzione e funzionamento’ e non saranno accettate richieste di incontri finalizzati a tematiche riconducibili a procedure in corso presso la Commissione tecnico scientifica e/o Comitato prezzo e rimborso dell’Aifa o in valutazione a livello europeo. Gli incontri avverranno nella sede dell’Aifa e possono svolgersi anche in modalità telematica. Questa iniziativa, ha spiegato Palù, “favorisce un dialogo diretto e trasparente. Si tratta di un dovere di ascolto ma anche di diritto alla parola da parte degli stakeholder. Aifa Incontra è cioè una sorta di format aperto per l’ascolto e si colloca in un contesto particolare, un contesto che va verso una riforma che dovrebbe rilanciare l’Agenzia del farmaco. L’Aifa – ha aggiunto – ha bisogno di crescere e sentiamo molto l’esigenza di confrontarci con le industrie farmaceutiche, le società scientifiche e le associazioni dei pazienti, ma puntiamo anche alla comunicazione con la società civile”. L’iniziativa, ha sottolineato Marra, “rappresenta anche una opportunità di collaborazione virtuosa. Sarà resa disponibile un’agenda pubblica degli incontri, con i temi discussi e gli eventuali documenti prodotti”.