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23 Aprile 2021

Test genomici: qual è la situazione in Veneto?

Terza tappa del tour virtuale AIOM sui test genomici e la loro applicazione nelle diverse Regioni italiane. Questa puntata è dedicata agli oncologi del Veneto con l’intervento di Pierfranco Conte (Direttore Divisione di Oncologia Medica 2, Istituto Oncologico Veneto di Padova) e Giuseppe Azzarello (Coordinatore AIOM Veneto e Direttore UOC Oncologia – Ematologia Oncologica, AULSS 3 Serenissima – Regione Veneto, Distretto Mirano – Dolo, Venezia).

È necessario infatti fare chiarezza sulla funzione dei test genomici per il tumore al seno. Quando si parla della loro utilità e delle loro evidenze cliniche ci sono infatti alcuni aspetti che vengono travisati o erroneamente dati per scontato.

Quando il test genomico è inutile?

Innanzitutto, lo scopo dei test genomici non è quello di evitare la chemioterapia nel trattamento del tumore al seno. Il loro obiettivo è determinare, all’interno di una precisa popolazione di pazienti in cui l’esito della chemioterapia è incerto, se è utile procedere con questa terapia o meno. Ma questo significa anche che il test genomico potrebbe affaermare che è necessario e utile procedere con una chemioterapia.

La situazione di indecisione di cui parliamo è data poi da due fattori: il medico o il paziente. Se il paziente però ha già deciso – eventualità che a volte capita – di non volersi sottoporre alla chemioterapia, l’uso di un test genomico è inutile. Dal punto di vista del medico, l’indecisione deriva dalla tipologia di tumore. Ma può capitare che, anche in uno scenario in cui il test sarebbe dirimente, la paziente non sia eleggibile per una chemioterapia (ad es. se è una paziente fragile per età o comorbidità). In un caso simile, si capisce che effettuare un test genomico sarebbe inutile, in quanto una delle due strade è preclusa a prescindere dal suo esito.

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