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6 Giugno 2023

Tumori, in USA linee guida per fronteggiare la carenza di farmaci

6 giugno 2023 – In USA sta diventando un problema serio la carenza di alcuni farmaci oncologi, tanto che la Società americana di oncologia clinica (Asco) ha redatto delle nuove linee guida per il migliore il trattamento dei pazienti con tumori gastrointestinali a fronte di una mancanza a livello nazionale di due medicinali chemioterapici utilizzati per trattare tali neoplasie, il carboplatino e il cisplatino. Di questa emergenza si è discusso al congresso dell’Asco. Un problema che inizia a presentarsi anche in Italia, afferma il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che partecipa al congresso Asco, Saverio Cinieri: “Per ora la situazione è sotto controllo, ma potrebbe peggiorare”.

Nelle nuove linee guida americane si indicano possibili medicinali sostitutivi e come valutare i bisogni dei pazienti. Presto l’Asco pubblicherà delle linee guida anche per il trattamento del tumore al polmone e al seno ed ha già emanato una guida generale per il trattamento delle altre neoplasie che potrebbero essere interessate dalla carenza di farmaci. Questa carenza, afferma Julie Gralow, vice presidente Asco, “è tra le più severe che abbiamo sperimentato da lungo tempo ed i suoi effetti si stanno sentendo nel Paese. Le nuove linee guida sono essenziali per aiutare i medici a garantire le migliori cure possibili ai pazienti nonostante la scarsità di farmaci”. L’Asco chiede quindi all’autorità statunitense per i farmaci Fda di considerare, come politica di breve termine, l’opportunità di importare i farmaci dall’estero. Sul lungo termine, è la posizione della Società scientifica, si dovrebbero invece sviluppare delle misure di incentivi per le industrie farmaceutiche per garantire la disponibilità di medicinali critici. Una situazione di difficoltà che si sta iniziando a registrare anche in Italia: “Da noi – spiega Cinieri – iniziamo a registrare carenza di certi farmaci chemioterapici come la vinblastina e alcuni altri. La causa è soprattutto il basso costo che alcune molecole hanno raggiunto, per cui le aziende hanno poco interesse a produrle”. Oggi, chiarisce, “sono prodotte soprattutto in alcuni paesi asiatici. In Italia si sta sopperendo con l’importazione dall’estero e da questi Paesi”.

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